L'importanza dello studio musicale per i CANTANTI

29.03.2021

Lo studio delle discipline musicali rende musicista un cantante, questo è il mio pensiero basato su 25 anni di esperienza didattica.
Ma chiediamoci seriamente "Perché" ?
Non mi basta dire che "la musica va studiata" solo per partito preso, ma voglio motivare i diversi punti che mi portano ad affermare ciò.
Il canto, a differenza di tutti gli altri strumenti, è basato essenzialmente su un fenomeno cinestetico :ciò significa che l'apprendimento del "gesto" avviene praticando il gesto stesso, riportando quindi la voce cantata ad un esercizio prettamente pratico e paradossalmente basato sull'autoapprendimento.
Cosa vuol dire "autoapprendimento"?
Che si può studiare da soli?
Chiaramente no, la guida dell'insegnante è fondamentale proprio per evitare che la mente registri movimenti e meccanismi errati, correggendo in itinere i diversi aspetti attraverso l'utilizzo di esercizi "causa - effetto" che condizionano verso gli equilibri ricercati. Un insegnamento sconsiderato può causare problemi difficili da correggere oltre che patologie vocali.
Detto ciò però il cantante fa esperienza "da dentro" delle sensazioni che prova, che poi solo il giudizio esterno del buon maestro convalida come positive o meno.
L'autoascolto delle proprie sensazioni da vita al feedback propriocettivo:il cantante impara da solo a conoscere la propria voce, seppure sotto la guida di un maestro che ci auguriamo sia esperto.
Fin qui abbiamo dunque descritto la voce come un fenomeno muscolare, la cui attività da vita all'esperienza pratica ed alla raffigurazione mentale. Malgrado ciò però l'utilizzo musicale della voce non viene assolutamente sviluppata. Il cantante molto spesso ignora un intervallo, immaginando ad esempio un passaggio difficile, proprio a CAUSA di come lo immagina :quante volte ho risolto passaggi in apparenza ostici solamente descrivendo al cantante di turno le note reali presenti.

Sapere aiuta ad immaginare in modo più chiaro ciò che si fa. È il caso delle "volatine" che troviamo spesso nei repertori jazz, soul, pop, ma anche opera:non sono note messe a caso, ma frammenti di scale spesso basate su armonie che hanno un nome: non raramente al mio orecchio arrivano "frasi" imprecise che suonano bene solo sotto la doccia.

L'illetteratismo è fortunatamente quasi completamente scongiurato in Italia, ma non quello musicale.
Riportiamo il significato di "illetteratismo" :
.... impedisce agli individui di elaborare correttamente le informazioni provenienti da un testo e, di conseguenza, non permette loro di fare le giuste deduzioni: l'analfabeta funzionale trova dunque difficoltà non solo nella lettura di testi in prosa (articoli, libri di narrativa), ma anche nella decodifica di semplici documenti (grafici, tabelle, report) o nell'esecuzione di ordinari problemi di calcolo... "(cit).

Applichiamo ciò agli aspetti musicali :se non conosci la" grammatica"musicale non saprai sfruttare pienamente il tuo strumento, e non a caso, ad oggi, i più grandi esempi di ARTISTI che si sono distinti negli anni è relativo soprattutto a coloro i quali rientravano e rientrano nei "letterati musicali".
Bisogna altrimenti immaginare una persona che sa parlare perché l'ha sentito, ma non sa scrivere, leggere, e conosce una quantità limitata di vocaboli e significati:noi diciamo comunemente "è una persona ignorante".

Eccoci dunque giungere ad una prima osservazione :la conoscenza musicale rende il canto un fenomeno più concreto e meno astratto, perché permette di dare un nome a qualcosa che altrimenti si fa senza sapere.

Voglio chiarire in modo esplicito che le conoscenze aggiuntive mai potranno sostituire o compensare carenze nelle "conoscenze pratiche" :la teoria da solo un nome ed una collocazione mentale a qualcosa "che devi saper fare avvenire", altrimenti rimane nulla.

Concludo dicendo che oggi la decadenza musicale soprattutto italiana, porta soprattutto i giovani ad altre visioni :
per fare successo bisogna cercare di essere un personaggio, bisogna parlare un linguaggio che arrivi alla massa(con tutte le conseguenze del caso), bisogna scrivere cose che "passano in radio", che tradotto vuol dire che devi semplicemente produrre musica che "non impegna", che puoi ascoltare al supermercato in modo distratto, che puoi tenere di sottofondo mentre chiacchieri o lavori:poi il personaggio che crei può fare il resto, ti fa "essere" ciò che da marketing può piacere.
Allora in questo contesto a cosa serve il solfeggio? A cosa serve studiare per tirare fuori un testo decente?
Siamo passati da "Seguir con gli occhi un airone sopra un fiume e poi ritrovarmi a volare" a" Puoi stare ore a chiedermi
Di non andare fuori dal Love
O forse era un altro locale
Sono un po' strano
Ti amo solo quando veniamo
Quindi perché, mi sputtani in giro
Dimmi, cazzo ne sai di me?.... "

Permettetemi, ma qualcosa deve essere andato storto.

Francesco Ruocco 

Francesco Ruocco Vocal Studio
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