OSSERVAZIONI SUL CANTO
L'appoggio ed il sostegno della voce
Francesco Ruocco
Argomento chiaramente correlato alla respirazione è il cosiddetto APPOGGIO. Anche qui ,scuola che vai, metodo che trovi , molto spesso distanti anche notevolmente . Nella mia carriera didattica ,ma ancor prima come allievo di canto ,ho potuto notare 2 modelli di appoggio completamente diversi: il primo che verte su una spinta volontaria dell'addome in dentro , il secondo invece basato su una spinta dell'addome in fuori.Mi sembra ovvio che nessuno dei due modelli sia funzionale universalmente alle diverse esigenze della voce cantata . Al fine di ripulire il terreno da visioni cosi estreme del controllo espiratorio , dico sempre una cosa banale e semplice: la voce e' aria espirata ,la voce avviene "sul soffio" per cui tutto sommato il principio da cui partire è molto semplice, si inspira per espirare cantando . Ora è palese che la produzione di suoni gravi, centrali, acuti e sulle diverse dinamiche implichino un utilizzo diverso della respirazione poiché diversa è la pressione sottoglottica che andremo a generare . Nell'emissione di un suono "comodo" in dinamica di mezzo forte, possiamo osservare il seguente comportamento dei muscoli respiratori:
- Fase 1 :inspirazione
- Fase2: emissione nella quale possiamo assistere quasi ad un"freno" della fase di retrazione addominale
- Fase 3: accentuazione dell'attività dei muscoli addominali che retraendosi aiutano lo svuotamento del mantice respiratorio
Ora
volendo dare un nome a quanto osservato nei punti 2 e 3 possiamo definirli
appoggio e sostegno, giungendo quindi alle seguenti definizioni e distinzioni: l'appoggio
è definibile come un rallentamento della risalita del
diaframma dato dalla capacità di utilizzare la muscolatura intercostale esterna
,il sostegno è invece quell'aumento
della pressione intraddominale che
consente il mantenimento della pressione sottoglottica necessaria attraverso
una spinta dal basso verso l'alto del diaframma . Sia l'appoggio che il sostegno ,in linea di
massima sono elementi che la natura ci offre rispetto alla voce parlata
,chiaramente in assenza di particolari esigenze vocali come il canto ,lavoro
nel quale soprattutto l'appoggio deve essere ben curato, essendo tutto sommato
il sostegno un elemento che continua a mantenere la propria natura . Come
dicevo prima le diverse esigenze artistiche della voce ,determinano diversi
equilibri nella nostra respirazione. Un suono ad elevata intensità richiede un
incremento della pressione della parete addominale ,mentre un suono in
pianissimo ,che richiede una minore pressione sottoglottica ,viene prodotto
lavorando maggiormente con i muscoli inspiratori . Abbiamo descritto con questo
semplice esempio che di seguito amplieremo ,già un lavoro differente
dell'appoggio e del sostegno: nel suono in forte ,rimangono presenti le
caratteristiche di appoggio ma l'attività muscolare vedrà il prevalere del
sostegno (il dare aria) ,mentre nel pianissimo a prevalere sarà l'attività
dell'appoggio (il freno) per limitare la pressione sottoglottica . Allargando il discorso alle modalità del
legit, del mix, del belting ,possiamo tirarne fuori le opportune differenze ,
ma prima di andare avanti vorrei chiarire che in questa fase didattica stiamo
solo descrivendo un fenomeno ,dando un nome e rendendo settoriale quello che è in realtà un gesto unico e spesso
automatico, al solo fine didattico. La creazione della resistenza glottica in
fase di produzione del suono ,variabile in relazione alla dinamica ed alla
modalità adottata ,richiede la necessità quindi di variare la pressione
sottoglottica in modo proporzionale . Un suono in pianissimo necessita quindi
di poca pressione ,alias maggiore appoggio, anche al fine di moderare le solo
forze di retrazione elastiche polmonari che in certi casi potrebbero
addirittura risultare eccessive,mentre un suono in forte richiede
inevitabilmente un incremento delle forze muscolari in gioco con maggiore
coinvolgimento della parete addominale, che chiameremo sostegno . Negli acuti
,se in voce piena , la pressione sottoglottica aumenta per diminuire sui suoni
gravi. Da questo semplice esempio possiamo intuire quanto l'utilizzo specifico
che facciamo della voce possa determinare un sempre diverso equilibrio
nell'utilizzo della respirazione . In ogni caso una giusta emissione vocale da
la sensazione di un'onda di energia che porta con se tutti i suoni del
fraseggio che l'articolazione scandisce traducendoli in vocali e consonanti .
M°FRANCESCO RUOCCO